L’impero Arabo-Islamico
Alla morte di Maometto nel 632, i suoi seguaci avevano già convertito tutta la penisola. Questo territorio era meno urbanizzato di altri paesi, vi prevaleva la pastorizia, e la popolazione era aggregata in clan tribali. I bizantini e i persiani la tennero a bada grazie a stato cuscinetto. Le rivelazioni di Maometto avvennero intorno al 610, con il radicale rifiuto ad ogni politeismo. Dalla Mecca a causa delle accuse di indovino, si trasferì a Medina nel 622. Alla sua morte Maometto lasciava agli arabi una nuova concezione di comunità capace di oltrepassare il livello dei clan tribali. Non sapendo come dovesse avvenire la successione di Maometto, si aprirono due strade: califfo come semplice sostituto, califfo come discendente. Questa discussione si accese in particolare dopo il periodo dei primi 4 califfi “ben guidati”. Il primo di questi, Abu Bakar, cominciò una politica di espansione, e le prime conquiste ebbero come effetto la costruzione di città fortezze; il secondo califfo, Omar, sostenne che gli arabi dovevano essere un’élite militare. Nel 660 ebbe il culmine la lotta tra le due fazioni, e venne assassinato Alì, riferimento principale degli sciiti. Nel primo periodo di affermazione della dinastia omayyade, che stabilì la propria corte a Damasco, vi furono nuove stratificazioni sociali e l’afflusso verso le città di immigrati provenienti dalle comunità conquistate ma non islamizzate. Venne meno il principio di separazione, e la lingua ufficiale fu l’arabo. Il processo di conquista spagnola avvenne tra il 711 e il 715, e fu fermato in Francia da Carlo Martello nel 732. La rivolta che nel 750 portò gli abbasidi al potere fu sostenuta dai persiani islamizzati, e l’impero non si occupò più di nuove conquiste ma costituì un organismo politico del tutto nuovo, con il consolidamento dell’amministrazione centrale. Venne fondata Baghdad come nuova capitale, che divenne la città più grande del mondo; costituirono un apparato burocratico distinto in tre rami: cancelleria, esattoria fiscale, amministrazione delle spese militari e il wazir era il capo dell’amministrazione. Nel 945 a causa del malcontento popolare una dinastia locale si fregiò del titolo di califfo lasciando gli abbasidi come semplice autorità nominale.
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