L’ulster | Una Guerra di Religione Nell’europa del XX° Secolo
Siamo abituati a ritenere le guerre di religione un fenomeno relegato nel passato, in un’epoca oscura, irrazionale, nel buio della mente e della storia. Oppure siamo portati a ritenerle guerre dell’occidente contro l’oriente, contro il diverso, contro lo straniero. Eppure, proprio nel cuore dell’Europa moderna, nella patria di tante libertà civili, nel moderno Regno Unito, si è combattuta, per buona parte del ‘900 ed ancora fino a pochi anni fa, una sanguinosa guerra che, tra le altre sue motivazioni, ha avuto quella religiosa. Si tratta del conflitto relativo all’Irlanda del Nord, un conflitto che ha visto di fronte nazionalisti e unionisti, filo britannici ed anti britannici e, non da ultimo, cattolici e protestanti.
Vediamo di capire come sia nata la questione dell’Irlanda del Nord (Ulster) e quali siano le radici dell’ostilità, non di rado sfociata in guerra aperta, tra cattolici e protestanti. Iniziamo col porci una domanda:
Perché l'Irlanda è cattolica?
Conquistata dagli anglo-normanni nel XII secolo, l'Irlanda ha sempre rivendicato con orgoglio le proprie origini celtiche. Enrico VIII, nel 1537 cerca d'introdurre, senza successo, la Riforma protestante in Irlanda. E' Elisabetta I (1533-1603) ad avviare una politica di repressione. Sotto il successore Giacomo I il potere della Chiesa anglicana si estende all'Irlanda, sostituendo la cattolica Chiesa celtica. Il territorio irlandese viene diviso in contee e affidato a commissari politici che esercitano il potere in modo dispotico ed arbitrario. Quasi tutta la popolazione celtica irlandese rimane cattolica, anche perché la Chiesa anglicana era di fatto uno strumento politico degli organi di governo inglesi insediati a Dublino. Il cattolicesimo si lega sempre più al nazionalismo e all'odio contro gli inglesi, avvertiti come invasori.
Orangisti
Membri della Orange Society costituita nel 1795 dai protestanti della contea di Armagh, in Irlanda, favorevoli al mantenimento del governo britannico e della supremazia protestante in Irlanda. Il termine di “orangisti” viene dai sostenitori del re Guglielmo III d'Orange durante la Gloriosa rivoluzione (1688-1689) che portò il protestante Guglielmo sul trono d'Inghilterra. Gli orangisti furono accusati di fanatismo contro i cattolici e nel 1836 furono costretti dalle autorità britanniche a sospendere le loro attività in Irlanda. Ancora oggi gli orangisti sono assai influenti tra i protestanti dell'Irlanda del Nord.
Nasce lo Sinn Fein
Nel 1905 Arthur Griffith fonda a Dublino lo Sinn Fein (in gaelico noi da soli), partito nazionalista irlandese, che raggruppa la parte cattolica del paese. All'inizio il partito è pacifista e sostiene l'introduzione di una duplice monarchia per Inghilterra e Irlanda .
La rivolta di Pasqua
Il 24 aprile 1916 i nazionalisti irlandesi cercano di sorprendere l'Inghilterra impegnata nella Prima Guerra Mondiale e insorgono. La repressione inglese è durissima. Lo Sinn Fein si sposta su posizioni repubblicane e insurrezionali. Nelle elezioni del 1918 ottiene 73 dei 106 seggi riservati alla rappresentanza irlandese nel Parlamento di Londra. Una volta eletti si riuniscono separatamente e creano un parlamento autonomo a Dublino e dichiarano unilateralmente l'indipendenza. Contemporaneamente entra in azione l'Esercito repubblicano irlandese (Ira) con attentati contro le forze di occupazione inglese. Dopo un anno di guerriglia, le trattative tra Londra e Dublino portano all'accordo del 6 dicembre 1921. Le contee irlandesi (ad eccezione di quelle settentrionali dell'Ulster che rimangono parte del Regno Unito) costituiscono lo Stato libero d'Irlanda.
Repubblica d'Irlanda
Il 18 aprile 1949, nel trentesimo anniversario dell'insurrezione di Pasqua, viene proclamata la Repubblica d'Irlanda (Eire), formalmente sciolta da qualsiasi obbligo di lealtà nei confronti della Corona inglese. L'Eire si ritira dal Commonwealth, mentre il Parlamento inglese proclama l'Ulster parte del Regno Unito. La Repubblica d'Irlanda non accetta la separazione definitiva e dichiara nella propria costituzione l'obiettivo della riunificazione dell'isola.
La questione dell'Ulster
Dal 1948 in poi l'Ira lotta contro il dominio inglese nell'Irlanda del Nord nell'obiettivo dell'unificazione, intensificando progressivamente gli attacchi contro i protestanti unionisti nordirlandesi e l'esercito inglese. Si tratta di una tattica fallimentare. Nell'Ulster la maggioranza protestante rafforza il proprio predominio.
Il movimento pacifista degli anni Sessanta
I cattolici danno vita ad un movimento pacifico per i diritti civili nell'Irlanda del Nord, represso con la violenza dalle polizie del Governo unionista. Gli Orangisti cominciano ad aggredire i quartieri cattolici.
Londra interviene
Nell'agosto del 1969 il Governo britannico sottrae la tutela dell'ordine pubblico al Governo unionista dell'Irlanda del Nord inviando le truppe britanniche.
Anni Settanta: la situazione precipita
Peggiorano i rapporti tra le truppe britanniche e la popolazione cattolica. L'Ira subisce una scissione: la frangia più estrema (i cosiddetti Provisionals) sceglie la clandestinità e il terrorismo. Dall'altra parte nascono gruppi armati filobritannici illegali detti Lealisti.
Escalation dell'Ira
L'Esercito Repubblicano Irlandese avvia una nuova campagna di guerra contro le truppe britanniche. L'obiettivo finale è il ritiro inglese dall'Ulster e la riunificazione dell'Irlanda.
La repressione inglese
Per sconfiggere l'Ira Londra vara un decreto che consente l'internamento preventivo senza processo dei nazionalisti. Il risultato è l'escalation della guerra.
Bloody sunday
Il 30 gennaio 1972, nel corso di quella che verrà poi denominata la Bloody Sunday, le truppe britanniche aprono il fuoco contro una folla di manifestanti a Londonderry (Ulster) provocando 13 morti. A Dublino la folla rade al suolo l'ambasciata britannica. Il Governo britannico sospende Governo e Parlamento unionisti dell'Irlanda del Nord, poi definitivamente aboliti nel 1973.
Il giro di vite di Londra
Il Governo britannico cerca di vincere la guerra mediante una nuova strategia basata sulla normalizzazione (invio massiccio di truppe nell'Ulster), sulla ulsterizzazione (la polizia unionista e un reggimento reclutato localmente dovevano sostituire progressivamente l'esercito britannico, localizzando il conflitto) e sulla criminalizzazione (lotta a fondo contro l'Ira senza più negoziati, fino alla sua distruzione; abolizione dello status di prigionieri politici). Abolito l'internamento senza processo, rimangono le leggi speciali (Emergency Provisions Act, 1973; Prevention of Terrorism Act, 1974) e i tribunali speciali.
Le bombe
Bersaglio dell'Ira sono innanzitutto le truppe britanniche di stanza in Ulster. Ma a metà decennio comincia a compiere attacchi terroristici a Londra e nel resto del territorio britannico. L'Ira si lega ai movimenti di liberazione del Terzo Mondo e all'Olp, adottando per un certo periodo lo stesso tipo di armi e di tecniche di guerriglia.
La mano dura degli inglesi
La repressione inglese è durissima. I membri dell'Ira sono imprigionati nei famigerati Blocchi H del carcere di Maze e sottoposti a maltrattamenti di ogni tipi. Il Regno Unito è condannato più volte da Amnesty International per le palesi violazioni dei diritti umani dei detenuti nordirlandesi.
1979: colpo grosso dell'Ira
Il 27 Agosto 1979 nell'imboscata di Warrenpoint muoiono 18 soldati inglesi; lo stesso giorno Lord Mountbatten, zio della Regina, viene ucciso in un attentato.
Bobby Sands e gli scioperi della fame
Nel 1981 i detenuti dell'Ira cominciano uno sciopero della fame contro le durissime condizioni carcerarie. In marzo comincia Bobby Sands, seguito poco dopo da altri tre prigionieri. Sands morirà il 5 maggio 1981, nell'ospedale dei Blocchi H, dopo 65 giorni di sciopero della fame. Dopo di lui altri nove membri dell'Ira si lasceranno morire per protesta. Nell'ottobre del 1981 il governo inglese decide di allentare la pressione.
Trattative di pace
Il premier inglese John apre trattative segrete col movimento Repubblicano irlandese. Interviene anche il presidente Usa Bill Clinton. Altre trattative tra Gerry Adams e John Hume (il leader unionista) producono nell'ottobre 1993 il Piano Hume-Adams che chiede l'autodeterminazione per il popolo nordirlandese. Il 15 Dicembre 1993 Major e il capo del Governo di Dublino emanano congiuntamente la Dichiarazione di Downing Street, in cui il Governo britannico ribadisce di non avere interessi egoistici, strategici o economici in Irlanda e accetta il principio dell'autodeterminazione.
Accordo del venerdì Santo
Belfast: 11 aprile 1998. Storico accordo tra Regno Unito, Irlanda, Sinn Fein e Unionisti. La Repubblica d'Irlanda modifica la propria Costituzione e rinuncia alla pretese territoriali sull'Ulster. L'accordo prevede la reintroduzione di un'assemblea nordirlandese che restituisca all'Ulster il diritto all'autogoverno. Un consiglio Nord-Sud dovrebbe favorire la cooperazione tra le due Irlande. II parlamento di Belfast sarò organizzato in maniera tale che le decisioni dell'assemblea dovranno essere approvate con una maggioranza qualificata del 70 per cento. Il tutto per evitare che una maggioranza semplice di protestanti possa governare prescindendo dalla minoranza cattolica. L'accordo prevede inoltre il rilascio di tutti i prigionieri politici e si propone un riassetto delle forze di polizia.
Oggi
Dopo 38 anni l'esercito britannico si ritira dall'Irlanda del Nord. È la conclusione di una missione iniziata nel 1969. Già nel 2005 Londra aveva avviato un piano di demilitarizzazione in seguito all'abbandono della lotta armata da parte dell'Ira. Il lunghissimo e faticoso processo di pace ha avuto una svolta decisiva con le elezioni dell’8 marzo 2007 e la successiva formazione di un governo di coalizione, composto dagli ex-rivali Ian Paisley (Democratic Unionist Party, protestante) e Martin Mc Guinness (Sinn Fein, 'cattolico). Le premesse per la pace risalgono all’accordo del venerdì santo del 1998.
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Vediamo di capire come sia nata la questione dell’Irlanda del Nord (Ulster) e quali siano le radici dell’ostilità, non di rado sfociata in guerra aperta, tra cattolici e protestanti. Iniziamo col porci una domanda:
Perché l'Irlanda è cattolica?
Conquistata dagli anglo-normanni nel XII secolo, l'Irlanda ha sempre rivendicato con orgoglio le proprie origini celtiche. Enrico VIII, nel 1537 cerca d'introdurre, senza successo, la Riforma protestante in Irlanda. E' Elisabetta I (1533-1603) ad avviare una politica di repressione. Sotto il successore Giacomo I il potere della Chiesa anglicana si estende all'Irlanda, sostituendo la cattolica Chiesa celtica. Il territorio irlandese viene diviso in contee e affidato a commissari politici che esercitano il potere in modo dispotico ed arbitrario. Quasi tutta la popolazione celtica irlandese rimane cattolica, anche perché la Chiesa anglicana era di fatto uno strumento politico degli organi di governo inglesi insediati a Dublino. Il cattolicesimo si lega sempre più al nazionalismo e all'odio contro gli inglesi, avvertiti come invasori.
Orangisti
Membri della Orange Society costituita nel 1795 dai protestanti della contea di Armagh, in Irlanda, favorevoli al mantenimento del governo britannico e della supremazia protestante in Irlanda. Il termine di “orangisti” viene dai sostenitori del re Guglielmo III d'Orange durante la Gloriosa rivoluzione (1688-1689) che portò il protestante Guglielmo sul trono d'Inghilterra. Gli orangisti furono accusati di fanatismo contro i cattolici e nel 1836 furono costretti dalle autorità britanniche a sospendere le loro attività in Irlanda. Ancora oggi gli orangisti sono assai influenti tra i protestanti dell'Irlanda del Nord.
Nasce lo Sinn Fein
Nel 1905 Arthur Griffith fonda a Dublino lo Sinn Fein (in gaelico noi da soli), partito nazionalista irlandese, che raggruppa la parte cattolica del paese. All'inizio il partito è pacifista e sostiene l'introduzione di una duplice monarchia per Inghilterra e Irlanda .
La rivolta di Pasqua
Il 24 aprile 1916 i nazionalisti irlandesi cercano di sorprendere l'Inghilterra impegnata nella Prima Guerra Mondiale e insorgono. La repressione inglese è durissima. Lo Sinn Fein si sposta su posizioni repubblicane e insurrezionali. Nelle elezioni del 1918 ottiene 73 dei 106 seggi riservati alla rappresentanza irlandese nel Parlamento di Londra. Una volta eletti si riuniscono separatamente e creano un parlamento autonomo a Dublino e dichiarano unilateralmente l'indipendenza. Contemporaneamente entra in azione l'Esercito repubblicano irlandese (Ira) con attentati contro le forze di occupazione inglese. Dopo un anno di guerriglia, le trattative tra Londra e Dublino portano all'accordo del 6 dicembre 1921. Le contee irlandesi (ad eccezione di quelle settentrionali dell'Ulster che rimangono parte del Regno Unito) costituiscono lo Stato libero d'Irlanda.
Repubblica d'Irlanda
Il 18 aprile 1949, nel trentesimo anniversario dell'insurrezione di Pasqua, viene proclamata la Repubblica d'Irlanda (Eire), formalmente sciolta da qualsiasi obbligo di lealtà nei confronti della Corona inglese. L'Eire si ritira dal Commonwealth, mentre il Parlamento inglese proclama l'Ulster parte del Regno Unito. La Repubblica d'Irlanda non accetta la separazione definitiva e dichiara nella propria costituzione l'obiettivo della riunificazione dell'isola.
La questione dell'Ulster
Dal 1948 in poi l'Ira lotta contro il dominio inglese nell'Irlanda del Nord nell'obiettivo dell'unificazione, intensificando progressivamente gli attacchi contro i protestanti unionisti nordirlandesi e l'esercito inglese. Si tratta di una tattica fallimentare. Nell'Ulster la maggioranza protestante rafforza il proprio predominio.
Il movimento pacifista degli anni Sessanta
I cattolici danno vita ad un movimento pacifico per i diritti civili nell'Irlanda del Nord, represso con la violenza dalle polizie del Governo unionista. Gli Orangisti cominciano ad aggredire i quartieri cattolici.
Londra interviene
Nell'agosto del 1969 il Governo britannico sottrae la tutela dell'ordine pubblico al Governo unionista dell'Irlanda del Nord inviando le truppe britanniche.
Anni Settanta: la situazione precipita
Peggiorano i rapporti tra le truppe britanniche e la popolazione cattolica. L'Ira subisce una scissione: la frangia più estrema (i cosiddetti Provisionals) sceglie la clandestinità e il terrorismo. Dall'altra parte nascono gruppi armati filobritannici illegali detti Lealisti.
Escalation dell'Ira
L'Esercito Repubblicano Irlandese avvia una nuova campagna di guerra contro le truppe britanniche. L'obiettivo finale è il ritiro inglese dall'Ulster e la riunificazione dell'Irlanda.
La repressione inglese
Per sconfiggere l'Ira Londra vara un decreto che consente l'internamento preventivo senza processo dei nazionalisti. Il risultato è l'escalation della guerra.
Bloody sunday
Il 30 gennaio 1972, nel corso di quella che verrà poi denominata la Bloody Sunday, le truppe britanniche aprono il fuoco contro una folla di manifestanti a Londonderry (Ulster) provocando 13 morti. A Dublino la folla rade al suolo l'ambasciata britannica. Il Governo britannico sospende Governo e Parlamento unionisti dell'Irlanda del Nord, poi definitivamente aboliti nel 1973.
Il giro di vite di Londra
Il Governo britannico cerca di vincere la guerra mediante una nuova strategia basata sulla normalizzazione (invio massiccio di truppe nell'Ulster), sulla ulsterizzazione (la polizia unionista e un reggimento reclutato localmente dovevano sostituire progressivamente l'esercito britannico, localizzando il conflitto) e sulla criminalizzazione (lotta a fondo contro l'Ira senza più negoziati, fino alla sua distruzione; abolizione dello status di prigionieri politici). Abolito l'internamento senza processo, rimangono le leggi speciali (Emergency Provisions Act, 1973; Prevention of Terrorism Act, 1974) e i tribunali speciali.
Le bombe
Bersaglio dell'Ira sono innanzitutto le truppe britanniche di stanza in Ulster. Ma a metà decennio comincia a compiere attacchi terroristici a Londra e nel resto del territorio britannico. L'Ira si lega ai movimenti di liberazione del Terzo Mondo e all'Olp, adottando per un certo periodo lo stesso tipo di armi e di tecniche di guerriglia.
La mano dura degli inglesi
La repressione inglese è durissima. I membri dell'Ira sono imprigionati nei famigerati Blocchi H del carcere di Maze e sottoposti a maltrattamenti di ogni tipi. Il Regno Unito è condannato più volte da Amnesty International per le palesi violazioni dei diritti umani dei detenuti nordirlandesi.
1979: colpo grosso dell'Ira
Il 27 Agosto 1979 nell'imboscata di Warrenpoint muoiono 18 soldati inglesi; lo stesso giorno Lord Mountbatten, zio della Regina, viene ucciso in un attentato.
Bobby Sands e gli scioperi della fame
Nel 1981 i detenuti dell'Ira cominciano uno sciopero della fame contro le durissime condizioni carcerarie. In marzo comincia Bobby Sands, seguito poco dopo da altri tre prigionieri. Sands morirà il 5 maggio 1981, nell'ospedale dei Blocchi H, dopo 65 giorni di sciopero della fame. Dopo di lui altri nove membri dell'Ira si lasceranno morire per protesta. Nell'ottobre del 1981 il governo inglese decide di allentare la pressione.
Trattative di pace
Il premier inglese John apre trattative segrete col movimento Repubblicano irlandese. Interviene anche il presidente Usa Bill Clinton. Altre trattative tra Gerry Adams e John Hume (il leader unionista) producono nell'ottobre 1993 il Piano Hume-Adams che chiede l'autodeterminazione per il popolo nordirlandese. Il 15 Dicembre 1993 Major e il capo del Governo di Dublino emanano congiuntamente la Dichiarazione di Downing Street, in cui il Governo britannico ribadisce di non avere interessi egoistici, strategici o economici in Irlanda e accetta il principio dell'autodeterminazione.
Accordo del venerdì Santo
Belfast: 11 aprile 1998. Storico accordo tra Regno Unito, Irlanda, Sinn Fein e Unionisti. La Repubblica d'Irlanda modifica la propria Costituzione e rinuncia alla pretese territoriali sull'Ulster. L'accordo prevede la reintroduzione di un'assemblea nordirlandese che restituisca all'Ulster il diritto all'autogoverno. Un consiglio Nord-Sud dovrebbe favorire la cooperazione tra le due Irlande. II parlamento di Belfast sarò organizzato in maniera tale che le decisioni dell'assemblea dovranno essere approvate con una maggioranza qualificata del 70 per cento. Il tutto per evitare che una maggioranza semplice di protestanti possa governare prescindendo dalla minoranza cattolica. L'accordo prevede inoltre il rilascio di tutti i prigionieri politici e si propone un riassetto delle forze di polizia.
Oggi
Dopo 38 anni l'esercito britannico si ritira dall'Irlanda del Nord. È la conclusione di una missione iniziata nel 1969. Già nel 2005 Londra aveva avviato un piano di demilitarizzazione in seguito all'abbandono della lotta armata da parte dell'Ira. Il lunghissimo e faticoso processo di pace ha avuto una svolta decisiva con le elezioni dell’8 marzo 2007 e la successiva formazione di un governo di coalizione, composto dagli ex-rivali Ian Paisley (Democratic Unionist Party, protestante) e Martin Mc Guinness (Sinn Fein, 'cattolico). Le premesse per la pace risalgono all’accordo del venerdì santo del 1998.
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