I COMUNI ITALIANI

Con la pace di Costanza i comuni sono stati riconosciuti dall’imperatore. Vi fu una netta crescita della popolazione urbana per le varie possibilità che offriva la città, e ciò è testimoniato dalla costruzione di tre cerchia di mura concentriche. Tra 12 e 13 secolo entrò in crisi il sistema del consolato, poiché consisteva ormai in una semplice supremazia di una famiglia aristocratica sulle altre. Anche l’arrivo di famiglie ricche dalla campagna aveva creato dei problemi. Molto battuta fu la strada di dare i poteri ad un singolo individuo: con il termine podestà si chiamarono i magistrati a cui per periodi variabili fu affidato il compito di reggere la città (in genere era forestiero). Doveva presiedere il consiglio comunale, i tribunali cittadini, l’esercito in guerra. Se agiva bene al termine della carica veniva pagato, altrimenti no. In seguito queste persone dovevano essere specializzate. Anche tra gli aristocratici (milites) e i ceti popolari (pedites) si aprirono degli scontri dovuti ai maggiori privilegi che la categoria dei milites aveva. Intorno alla metà del 200 anche il popolo ebbe le sue vittorie, come la rappresentanza nei consigli del comune, la nascita delle corporazioni e il capitano del popolo. Nelle città meglio organizzate, le istituzioni del popolo finirono per diventare il vero centro della vita politica cittadina. Anche gli aristocratici si organizzarono, finendo nella seconda metà del 200 a organizzarsi in partes, filo imperiale e anti imperiale cioè ghibellina e guelfa.

IL CONSOLIDAMENTO DEI REGNI EUROPEI
Non tutta l’Europa è stata attraversata dal movimento di rafforzamento della monarchia, ma in particolare solo la Francia, l’Inghilterra e la penisola iberica. Questi regni furono interessati da un consolidamento territoriale, una riorganizzazione dell’esercito che era pagato e quindi un nuovo prelievo fiscale. Dopo il processo di rafforzamento di Filippo Augusto si impegnò in tal senso anche il figlio Luigi VIII che combatté gli albigesi ottenendo la Linguadoca ed enfatizzando il titolo regio. Il figlio Luigi XI era molto religioso, tant’è che fu promotore di due crociate, contribuì a consolidare la monarchia e suo fratello Carlo d’Angiò conquistò la Sicilia. I re inglesi vivevano altre situazione. Enrico III dovette concedere le Provvisioni di Oxford, che imponevano il controllo dei baroni sulla politica regia, ma la gentry (la piccola nobiltà rurale) non fu d’accordo fino alla battaglia di Eversham del 1265 che vide il sovrano vittorioso. Con l’erede Edoardo I furono invasi il Galles e la Scozia. Nel corso del 12 secolo nei territori settentrionali della penisola iberica si erano consolidati alcuni regni cristiani che avevano intrapreso l’espansione militare detta reconquista. Castiglia e Aragona assunsero un ruolo guida tra i regni iberici, anche se erano molto diversi. Gli Aragonesi vinsero la Sicilia che fu riconosciuta loro con la pace di Caltabellotta del 1302, e successivamente si appropriarono della Sardegna.
PAPATO UNIVERSALE E STATO DELLA CHIESA
Vi furono nuovi scontri sulla modalità dell’elezione del papa, che si risolvettero grazie ad Alessandro III e Gregorio X che stabilirono nuove norme (il raggiungimento dei 2/3, l’Ubi periculum relativo al conclave). I cardinali erano molto importanti e venivano scelti dal papa, di cui era indispensabile essere parente o cliente. Il papato tentò di espandersi, prima con Innocenzo III che fece una fase di recupero, estendendo i domini e badando bene a rimanere la divisione dell’Italia. Nella bolla Unam sanctam Bonifacio VIII definiva il papato il punto più alto della gerachia dei poteri. Nel 1300 fu stabilito il primo giubileo. Vi furono degli scontri tra questo papa e il sovrano di Francia Filippo il Bello, che riuscì poi a far eleggere il francese Clemente V e nel 1309 decretò il trasferimento della curia ad Avignone.

ERESIE E ORDINI MENDICANTI
Uno scoppio improvviso di predicazioni eterodosse scosse la Francia meridionale all’inizio del secolo 11. In realtà si trattava di una rivolta morale nei confronti della chiesa. Ad esempio alla fine del 12 secolo, Valdo decise di vivere in povertà e di predicare il vangelo: la scomunica del 1215 gli fu data a causa della presunzione di predicare. I catari professavano una religione di stampo dualistico, il bene e il male. Nel 1167 ebbero anche un concilio. I papi ovviamente si opposero, fino alla crociata del 1208. La chiesa sentiva il bisogno di riappropriarsi del primato della predicazione, per cui furono accettati gli ordini mendicanti: i domenicani, riconosciuti nel 1215, e i francescani. Fu istituito il tribunale dell’inquisizione. Altre eresie erano gli apostolici di Gerardo Segarelli, i dolcini ani.

CRISI E NUOVI EQUILIBRI
Nel 1200 vi fu un generale sviluppo economico con commerci su ampia scala, fiere, il ritorno della moneta aurea, la nascita di compagnie mercantili, uno sviluppo demografico e flussi migratori, ma non c’era una sufficiente produzione agricola. Fra il 1313 e il 1317 una serie di cattivi raccolti portò a gravi carestie, e nel 1348 si diffuse la peste nera detta anche bubbonica, che si trasmetteva dal morso di un bacillo del ratto. Ci furono altre tre ondate successive (1347-1350, 1360-1390, 1397-1402). Vi fu un abbandono delle terre marginali che fece aumentare la pastorizia e si formarono i nuovi contratti di lavoro di mezzadria. Si crearono nuove forma di oppressione come ad esempio in Francia nel 1358 dove si formò la jacquerie, ma che fu repressa. Nelle manifatture si passò da un sistema di lavoro individuale a uno comprensivo di operai salariati, che si organizzarono poi in corporazioni che tutelavano gli interessi comuni. Gli squilibri della nuova situazione economica caddero soprattutto sui lavoratori salariati, come nel caso dei ciompi a Firenze nel 1378. Nacquero anche dei nuovi sistemi di contabilità e le attività creditizie e quindi il ruolo dei banchieri, in particolare quelli fiorentini.

GLI STATI REGIONALI IN ITALIA
Il nuovo fenomeno dalla fine del 1200 fu l’inquadramento in guelfo o ghibellino. Questa divisione fu forte in Sicilia dopo la conquista angioina (guelfi), mentre i ghibellini non avevano un punto di riferimento in seguito all’estinzione della dinastia sveva. Enrico VII eletto nuovo imperatore al principio del 1300 e fu coinvolto in questa lotta, ma morto nel 1313 lasciò liberi di agire i signori ghibellini, che, come nel caso della famiglia Visconti, allargarono le loro proprietà fuori dal contado, tanto che si ritrovarono in guerra tra di loro. Queste guerre erano spesso lontane, e fu necessario il reclutamento di un esercito pagato e di una nuova finanza cittadina e una burocrazia centralizzata , inoltre delle università nei propri territori. I Visconti si aggiunsero il titolo di vicario, cioè rappresentante dell’imperatore. L’espansione viscontea raggiunse il suo culmine con la signoria di Gian Galeazzo che conquistò Verona e Padova e a spingersi nell’Italia centrale. La sua morte e la crisi che si aprì furono il motivo scatenante dell’espansione di due repubbliche, Firenze e Venezia. Controllare libro.

VERSO LA FORMAZIONE DEGLI STATI NAZIONALI
L’idea del re come garante di pace sta alla base di molte iniziative assunte dai sovrani nel 1300 e 1400. Sorsero nuove forme amministrative, come gli ufficiali (funzionari pubblici) del re salariati, un buon controllo del territorio tramite corpi armati stabili e un’ampia disponibilità finanziaria ottenuta con l’introduzione di nuove imposte. Si crearono assemblee rappresentative per risolvere i conflitti sociali, che aiutò la costruzione di una coscienza unitaria che trasformasse un regno in un paese. In Francia furono convocati gli stati generali nel 1302, un’assemblea in cui erano rappresentati i tre principali ordini sociali (clero, nobiltà, élites urbane). All’inizio del 1300 invece in Inghilterra si era già affermato il parlamento con un modello bicamerale, che suddivideva il parlamento in camera dei lord e camera dei comuni. Questo sistema fece superare dei momenti di crisi, come la guerra delle due rose, un conflitto scoppiato nel 1445, tra i casati di Lancaster e York che si contendevano la corona regia. Esso si concluse con l’ascesa al trono di Enrico VII, primo esponente della dinastia Tudor. Le storie di Francia e Inghilterra sono legate dall’11 secolo, quando il duca di Normandia Guglielmo conquistò il regno inglese. Quando nel 1328 Carlo IV morì senza eredi, Edoardo III ne rivendicò la corona essendogli imparentato. Prese però il potere Filippo VI, parente alla lontana del defunto. Nacque così la guerra dei cent’anni. La prima fase dei combattimenti fu disastrosa per i francesi, che persero molti territori. I conflitti ripresero quando Carlo VI non poté governare ed entrò in gioco Giovanna d’Arco, che riuscì a liberare la città di Orléans. Morì nel 1431 sul rogo. Dalla seconda metà del 1200 vi fu un ridimensionamento del ruolo imperiale, a causa anche dell’affermarsi degli stati territoriali. In pratica il titolo valeva solo più per la Germania, e la bolla d’oro dell’imperatore Carlo IV del 1356 decise quali principi territoriali potessero eleggere il re. Tra 1300 e 1400 la tendenza all’affermazione delle istituzioni monarchiche riguardò anche territori alla periferia dell’occidente, come la Scandinavia o le vaste pianure in cui vivevano i popoli slavi.

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