Le Invasioni e i Regni Romano-Barbarici
Le popolazioni barbariche divennero popoli mediante il processo definito etnogenesi, ossia il formarsi e il continuo ridefinirsi delle identità etniche in base a elementi di natura culturale. I rapporti tra romani e barbari erano già intensi a partire dal 2 secolo, ma è dal 3 che elementi germanici costituirono parte dell’esercito romano. Questo equilibrio si spezzò nel 4 secolo a causa dell’indebolimento dell’impero romano. Le invasioni furono dettate da questa consapevolezza e dalla spinta esterna degli Unni, un ampio gruppo di guerrieri nomadi provenienti dall’Asia centrale. Questi movimenti spostarono i Goti (visigoti e ostrogoti). I visigoti cominciarono a massacrare regioni dei balcani, e la sconfitta di Adrianopoli del 378 determinò una nuova strategia di contenimento nei confronti dei barbari: l’hospitalitas, che prevedeva la concessione di 1/3 delle terre alle popolazioni barbariche che dichiaravano fedeltà e offrivano un appoggio militare, e la foederatio, che era un’alleanza in senso stretto in cambio di un compenso.
I visigoti tuttavia sotto la guida di Alarico I saccheggiarono Roma nel 410. Tra il 406 e il 407 un’altra ondata migratoria aveva sconvolto i romani: crollò la frontiera del Reno e nuove popolazioni entrarono in Gallia scontrandosi con i Franchi e gli Alemanni, già federati dell’impero. I vandali, gli alani e gli svevi furono costretti ad andare in Spagna, dove c’erano già i visigoti, che riuscirono a costringere i vandali ad andare in Africa settentrionale. La Britannia fu abbandonata dai romani e rimase in balia dei pitti, a cui poi si aggiunsero gli juti e gli angli. Attorno al 450 l’Europa centrale fu luogo di incursione degli unni di Attila, che non arrivò a Roma grazie a papa Leone I. Nel 476 Romolo Augustolo fu deposto e sostituito da Odoacre, un ufficiale sciro, che assunse il titolo di re. Questi nuovi regni romano-barbarici erano caratterizzati da un’originale fusione. In tutti i territori conquistati i barbari erano in netta minoranza, e spesso furono mantenute le leggi romane, ma l’esercito era in mano loro. Il re era depositario del banno, cioè il potere assoluto di costringere, giudicare, punire. I franchi erano federati romani dal 430, trovarono una reale coesione sotto re Clodoveo (Merovingi), estese i suoi domini in Neustria e Austrasia (nel 550 si aggiunge la Burgundia), nel 510 fece redigere la Lex Salica. Dopo la sua morte il regno fu spartito tra i suoi eredi, ma nell’8 secolo era ormai cresciuto il potere dei maestri di palazzo, funzionari pubblici ai quali fin dal 7 secolo era demandata l’amministrazione dei 3 regni. Gli anglosassoni diedero vita nella Britannia orientale a regni designati dal nome geografico, costringendo le popolazioni britanniche a ritirarsi a nord. Questo portò a una nuova paganizzazione dell’isola, ma verso la fine del 6 secolo fu inviato Agostino. Gli ostrogoti giunsero in Italia per volontà bizantina (per federatio), e dopo la morte di Teodorico nel 526 Bisanzio cercò di riconquistare quei territori. I visigoti riuscirono a integrarsi molto bene, e un esempio è la Lex Romana Visigothorum emanata da Eurico. Il loro regno durò fino al 711. I vandali invece attuarono molte persecuzioni, e furono scacciati dall’esercito di Giustiniano.
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I visigoti tuttavia sotto la guida di Alarico I saccheggiarono Roma nel 410. Tra il 406 e il 407 un’altra ondata migratoria aveva sconvolto i romani: crollò la frontiera del Reno e nuove popolazioni entrarono in Gallia scontrandosi con i Franchi e gli Alemanni, già federati dell’impero. I vandali, gli alani e gli svevi furono costretti ad andare in Spagna, dove c’erano già i visigoti, che riuscirono a costringere i vandali ad andare in Africa settentrionale. La Britannia fu abbandonata dai romani e rimase in balia dei pitti, a cui poi si aggiunsero gli juti e gli angli. Attorno al 450 l’Europa centrale fu luogo di incursione degli unni di Attila, che non arrivò a Roma grazie a papa Leone I. Nel 476 Romolo Augustolo fu deposto e sostituito da Odoacre, un ufficiale sciro, che assunse il titolo di re. Questi nuovi regni romano-barbarici erano caratterizzati da un’originale fusione. In tutti i territori conquistati i barbari erano in netta minoranza, e spesso furono mantenute le leggi romane, ma l’esercito era in mano loro. Il re era depositario del banno, cioè il potere assoluto di costringere, giudicare, punire. I franchi erano federati romani dal 430, trovarono una reale coesione sotto re Clodoveo (Merovingi), estese i suoi domini in Neustria e Austrasia (nel 550 si aggiunge la Burgundia), nel 510 fece redigere la Lex Salica. Dopo la sua morte il regno fu spartito tra i suoi eredi, ma nell’8 secolo era ormai cresciuto il potere dei maestri di palazzo, funzionari pubblici ai quali fin dal 7 secolo era demandata l’amministrazione dei 3 regni. Gli anglosassoni diedero vita nella Britannia orientale a regni designati dal nome geografico, costringendo le popolazioni britanniche a ritirarsi a nord. Questo portò a una nuova paganizzazione dell’isola, ma verso la fine del 6 secolo fu inviato Agostino. Gli ostrogoti giunsero in Italia per volontà bizantina (per federatio), e dopo la morte di Teodorico nel 526 Bisanzio cercò di riconquistare quei territori. I visigoti riuscirono a integrarsi molto bene, e un esempio è la Lex Romana Visigothorum emanata da Eurico. Il loro regno durò fino al 711. I vandali invece attuarono molte persecuzioni, e furono scacciati dall’esercito di Giustiniano.
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