Mauritius | Repubblica di Mauritius
La Repubblica di Mauritius, in italiano più correttamente Maurizio (in inglese Republic of Mauritius,; in francese République de Maurice), è un Paese insulare dell'Africa; si trova nell'Oceano Indiano sud-occidentale 550 km a est del Madagascar. Oltre all'isola principale, omonima, comprende anche le Agalega, Cargados Carajos e Rodrigues.
Tutto l'arcipelago facente capo alla repubblica di Mauritius fa geograficamente parte delle isole Mascarene, che comprende anche il territorio francese d'oltremare di Riunione, circa 200 km a sudovest.
Mauritius non ha una lingua ufficiale; tuttavia, essendo una ex colonia del Regno Unito, da cui ottenne l'indipendenza nel 1968, la lingua utilizzata negli atti parlamentari è l'inglese, benché quella maggiormente parlata sia il creolo mauriziano, largamente basata sul francese con influssi inglesi, sudafricani e indiani. Poco meno del 4 per cento della popolazione è invece francofona pura.
Non esiste una religione di Stato, ma quella maggiormente praticata è l'induismo, da più della metà della popolazione, al 70% circa di origine indiana discendente da lavoratori lì inviati sotto l'impero britannico in regime di servitù debitoria. Si tratta dell'unico Paese africano a maggioranza induista.
Port Louis è la capitale e la città principale di Mauritius. Posta sull'Oceano Indiano, è il primo porto del Paese ed è il secondo centro finanziario dell'Africa dopo Johannesburg. Gli abitanti, al censimento del 2012, erano 149.194.
Storia
L'isola era già nota ai Malesi e agli Arabi almeno dal X Secolo; gli Arabi la chiamavano Dina Arobi. I Portoghesi la scoprirono nel 1505, battezzandola con il nome di Ilha do Cerne ("isola del cigno"), ma rimase disabitata fino al primo insediamento olandese, nel 1598. Furono gli Olandesi a darle il nome di Mauritius, in onore del principe Maurizio di Nassau. Cicloni e altri eventi climatici sfavorevoli portarono, alcuni decenni dopo, gli olandesi ad abbandonarla.
Nel 1715 i francesi ne presero possesso, ribattezzandola Île de France. Conquistata dai britannici nel dicembre del 1810, Mauritius ritornò al suo nome olandese. Il 1º febbraio 1835 l'amministrazione abolì la schiavitù. Nel 1965, i britannici sottrassero a Mauritius le Isole Chagos, che divennero parte del Territorio britannico dell'Oceano Indiano. In seguito, il governo di Mauritius sostenne che questa operazione fosse illegale, secondo le leggi internazionali, rivendicando il possesso delle Chagos.
La nazione raggiunse l'indipendenza il 12 marzo 1968, e divenne repubblica nell'ambito del Commonwealth nel 1992. L'isola è da sempre una democrazia stabile, con elezioni libere e regolari, nel rispetto dei diritti umani, e attrae ingenti investimenti dall'estero. Possiede uno dei più alti PIL pro-capite di tutta l'Africa.
Geografia
Fa parte delle Isole Mascarene, un arcipelago di origine vulcanica, probabilmente appartenente a una catena sommersa, che comprende tra l'altro, anche le isole Seychelles e Réunion. Mauritus si formò, insieme con la vicina Rodrigues, circa 8-10 milioni di anni fa. Misura 58 km da nord a sud e 47 km da est a ovest, e si trova a 900 km dal Madagascar, alla stessa latitudine di Harare, capitale dello Zimbabwe, e di Rio de Janeiro. La nazione di Mauritius include l'isola principale, Rodrigues e numerosi atolli corallini.
L'isola è caratterizzata da un altopiano centrale il cui punto più alto si trova a sudovest, il Piton de la Petite Rivière Noire, 828 m s.l.m. Verso nord, l'altopiano digrada dolcemente; verso sud, invece, la discesa verso la costa è ripida. L'isola è ricca delle tracce di un'attività vulcanica passata: due esempi sono il cratere Curepipe, e il lago vulcanico, il Grand Bassin. Quando giunsero i coloni, il terreno era punteggiato da ciottoli lavici; nel tempo sono stati raccolti per lasciar spazio alle coltivazioni, e sono ammonticchiati qua e là in piramidi, soprattutto nei pressi dei campi di canna da zucchero.
Mauritius è nota per la sua eccezionale bellezza naturalistica. Nel suo diario di viaggio, Seguendo l'Equatore, Mark Twain annotò che «Si ha l'impressione che sia stata creata prima Mauritius e poi il paradiso, e che il paradiso sia stato copiato da Mauritius». È circondata dalla barriera corallina, che, nel corso del tempo ha prodotto la caratteristica sabbia bianca delle sue spiagge.
Clima
Il clima dell'isola è tropicale, con venti che soffiano da sud-est; l'inverno, caldo e secco, va da maggio a novembre; l'estate è calda e umida. Il fenomeno dei cicloni è piuttosto frequente da novembre ad aprile.
La più grande e importante città dell'isola è la capitale, Port Louis, situata nel nord-ovest. Altre città rilevanti sono Curepipe, Vacoas, Phoenix, Quatre Bornes, Goodlands, Rose-Hill e Beau-Bassin.
Lingue
Le due lingue ufficiali sono l'inglese e il francese, con il francese che rappresenta la lingua più diffusa, benché la Francia abbia perso il controllo dell'isola quasi 200 anni fa. Gli abitanti usano spesso anche un idioma creolo basato principalmente sul francese, con influssi derivanti dall'inglese, dal portoghese, dal malgascio e dall'hindi.
La forma scritta del creolo si è sviluppata a partire dalla fine degli anni Sessanta: essendo basata sulla pronuncia, assomiglia ben poco al francese. I discendenti di quei lavoratori indiani che furono portati nell'isola dai britannici, che oggi costituiscono il 70% circa della popolazione, parlano anche varie lingue asiatiche, fra cui l'hindi, l'urdu, il telugu e altre. Per il resto, gli abitanti sono di origine francese, africana o mista, e si contano anche circa 30.000 cinesi originari di Hakka e di Canton.
Religione
La cultura religiosa di Mauritius riflette sia i diversi trascorsi coloniali, sia la natura cosmopolita della sua società. In città come la capitale Port Louis si trovano, a poca distanza, moschee, chiese cristiane, pagode e un cimitero ebraico. Nel corso dell'anno si alternano feste religiose corrispondenti a diversi culti, le induiste Divali, o "festa delle luci, e la Cavedee, il Natale cristiano e l'ʿĪd al-fitr islamica.
Secondo il censimento del 2011 del locale ufficio nazionale di statistica, l'Induismo riguarda il 49% della popolazione, il Cristianesimo il 32%, l'Islam il 17% e il Buddhismo lo 0,4%.
Economia
Dall'indipendenza, ottenuta nel 1968, le isole Mauritius hanno mantenuto un tasso di crescita economica annuo intorno al 5%-6%. Questo notevole risultato ne ha fatto il secondo paese africano come PIL pro capite dopo la Guinea Equatoriale.
L'economia è basata principalmente sull'agricoltura, con i settori industriale, finanziario, turistico e tessile in continua crescita. L'agricoltura è basata principalmente sulla produzione di canna da zucchero, con oltre il 60% della superficie coltivabile dedicato a questa attività; l'esportazione contribuisce per il 25% alle entrate del Paese. Altre importanti coltivazioni dell'isola sono il tè e la vaniglia. Tra i prodotti locali esistono anche alcuni rhum.
La distribuzione della ricchezza fra i cittadini è molto più equilibrata di quanto non avvenga nella maggioranza dei paesi africani, fattore che ha influito positivamente sull'aumento delle aspettative di vita e la riduzione della mortalità infantile.
La strategia economica dei governi recenti punta molto sugli investimenti esteri, in tutti i settori. I principali interlocutori commerciali dell'isola sono la Francia e il Regno Unito, dove risiedono molti stabilimenti: per esempio, nel ramo tessile vengono prodotti a Mauritius indumenti di marchi famosi come Lacoste e Ralph Lauren, ma anche italiani (Nino Cerruti, Diesel e Gas).
Il 4 aprile 2005, il Primo Ministro Pravind Jugnauth ha annunciato che nell'arco di 4 anni Mauritius sarebbe diventato un porto franco. Le tasse su molti prodotti sono già state notevolmente ridotte o addirittura eliminate. In questo modo il governo si propone di attirare un volume di turismo ancora maggiore di quello odierno e, contemporaneamente, di aumentare il potere d'acquisto dei propri cittadini. Sempre in quest'ottica di sviluppo si può leggere il progetto di estendere all'intera isola la copertura Wi-Fi per l'accesso a Internet, già oggi disponibile sul 60% del territorio. Il volume del turismo, attualmente stabile intorno ai 700.000 visitatori annui, secondo gli attuali progetti potrebbe raddoppiare.
Flora
Mauritius è ricca di vegetazione endemica (circa una specie su tre); la sua vegetazione originaria, però, è in grave pericolo a causa dell'introduzione di piante e animali estranei e delle monocolture. Per osservare la vegetazione autoctona di Mauritius, ormai, è necessario visitare l'orto botanico di Pamplemousses, primo giardino botanico tropicale creato nel mondo. L'istituto Mauritius Wildlife Appeal Fund (MWAF) sta cercando di delimitare aree protette in cui ripristinare l'ecosistema originale di Mauritius.
L'isola ospita diverse specie endemiche di palme (Acanthophoenix rubra, Dictyosperma album, Hyophorbe amaricaulis, Hyophorbe lagenicaulis, Hyophorbe vaughanii, Latania loddigesii, Tectiphiala ferox), che un tempo formavano estese foreste, attualmente pressoché scomparse. Alcune delle specie succitate sopravvivono, con piccole popolazioni, solo su alcune delle isole minori.
Le spiagge di Mauritius ospitano la casuarina, alberi alti e sottili simili a pini, ed eucalipti (importati). Altre piante spettacolari sono il banano gigante indiano e il flamboyant. Si coltiva l'anturio, un fiore decorativo importato dal Sudamerica.
Un'altra pianta endemica è il tambalacoque (Sideroxylon grandiflorum) o albero dei dodo, associata al noto animale estinto.
Fauna
Fra i mammiferi che popolano l'isola si possono citare la mangusta e il sambar di Giava (Rusa timorensis), importato dagli Olandesi per essere usato come preda nelle battute di caccia. Nella zona del Rivière Noire si trovano anche maiali selvatici e macachi.
Numerosissimi sono gli uccelli, sebbene anche in questo caso molte specie siano in pericolo. Il gheppio di Mauritius (Falco punctatus) è un esempio di specie a rischio; il Mauritius Kestrel Conservation Program, fondato nel 1973, sta cercando di salvare la specie. Viene protetto dal MWAF invece il parrocchetto di Mauritius (Psittacula eques). Sono in pericolo anche la colomba rosata (Nesoenas mayeri), la coracina di Mauritius (Lalage typica), il bulbul di Mauritius (Hypsipetes olivaceus), il pigliamosche del paradiso delle Mascarene (Terpsiphone bourbonnensis), l'occhialino olivaceo di Mauritius (Zosterops chloronothos). Sono già estinti, oltre al celebre dodo (Raphus cucullatus), il piccione blu di Mauritius (Alectroenas nitidissimus) e il gufo di Mauritius (Mascarenotus sauzieri). Fra le specie introdotte si possono infine citare il tessitore fiammante del Madagascar (Foudia madagascariensis), la maina indiana (Gracula religiosa), la maina comune (Acridotheres tristis), il tessitore gendarme (Ploceus cucullatus) e il bulbul dai mustacchi rossi (Pycnonotus jocosus).
Tra i rettili merita di essere ricordato l'estinto boa fossorio di Round Island (Bolyeria multocarinata).
Le acque intorno a Mauritius, con la loro barriera corallina, pullulano di vita; dalle specie che vivono nel reef (pesce pagliaccio, pesce pulitore, gamberetto delle attinie), alle diverse specie di mante (Manta birostris, Aetobatus narinari, Torpedo pantheri, Taeniura lymma e Taeniura melanospilos), gli squali (squalo nutrice e pinna bianca) e le murene, oltre a qualche tartaruga marina (Caretta caretta e Chelonia mydas) e agli innumerevoli invertebrati.
La più grande area naturale protetta di Mauritius è il parco nazionale Black River Gorges, attorno all'area della Rivière Noire, di oltre 6 574 ettari Altri parchi nazionali sono il Parco nazionale Bras d'Eau, istituito nel 2011 e il Parco nazionale delle Isole minori che raggruppa alcune isole e isolotti che sorgono al largo delle coste dell'isola madre, tra cui Île aux Flamants, Île aux Fouquets, Île aux Fous, Île aux Oiseaux, Île aux Vacoas, Île d'Ambre, Rocher aux Pigeons e Rocher des Oiseaux. Altre riserve sono Le Pouce, Île Ronde, Île aux Serpents, Île aux Aigrettes, Île Cocos, Île aux Sables, Coin de Mire, Île aux Mariannes, Île Plate, Îlot Gabriel e Bois Sec. Vi sono poi una certa quantità di riserve naturali inaccessibili al pubblico, che vengono utilizzate per i programmi di conservazione delle specie.